La Casa della Poesia di Monza nell’ambito della rassegna Mirabello Cultura 2018
Venerdì 13 aprile ore 17.45
Presso Villa Reale di Monza – Primo piano nobile
è lieta di presentare i libri di Maria Gioia Tavoni Riproporre il “silenzio” per le Contemplazioni di Arturo Martini (Fratelli Lega, Faenza, 2018)Ladri di libri (Società bibliografica toscana, 2016)
Intervengono: Maria Gioia Tavoni, Edoardo Fontana, Luciano Ragozzino, Elisabetta Motta
Il libro di Maria Gioia Tavoni Riproporre il “silenzio” per le Contemplazioni di Arturo Martini è dedicato al volume prevalentemente xilografico Contemplazioni pubblicato dallo stesso Arturo Martini durante il soggiorno faentino del 1918, dalla tipografia dei Fratelli Lega. Il libro di Maria Gioia pubblicato da Vittorio Lega, erede degli storici editori che stamparono l’editio princeps, si presenta in una veste molto raffinata. È tirato in 500 copie e le prime 72 copie sono arricchite da una grafica originale di Lucio Passerini (che ne ha curato anche l’impaginato), incisore, stampatore ed editore della casa editrice il Buon Tempo, che ha sede a Milano.
Con questo suo lavoro, frutto di una ricerca complessa che indaga fonti documentali ed elementi storici e artistici, Maria Gioia ha evidenziato il valore internazionale e la modernità delle Contemplazioni di Arturo Martini, opera che nel 1922 fu esposta al Moma di New York e, citata in tutti i cataloghi d’arte di mostre anche internazionali, ha finito col diventare «paradigma della personalità complessa e contraddittoria del suo autore», «una sorta di carta d’identità».
Il libro di Martini è composto da una sequenza di valori ritmici, semplificati, privi di riferimenti verbali. Si tratta di una scrittura “muta”, che tuttavia rimanda al linguaggio musicale, nelle linee orizzontali intervallate da tacche nere e da spazi bianchi, alludenti al pentagramma, alle “brevi medievali” e al pianoforte. Venne ispirato a Martini dalla lettura del mistico olandese Jan van Ruysbrock, in un momento di particolare “concentrazione religiosa”.Tale libro fu ripubblicato poi in seguito nel 1936 a Milano (Vera edizioni) e nel 1945 a Venezia (tipografia Emiliana).
Secondo gli studi della Tavoni fu lo stesso Martini che volle che il libretto rimanesse criptico, perché potesse apparire costantemente polisemico, portatore dunque di molteplici significati. Per Edoardo Luigi Fontana, il critico d’arte che affiancherà la Tavoni nella presentazione del volume, l’autrice ha sciolto alcuni luoghi comuni che hanno da sempre pesato sulla genesi e sulla alterna fortuna di questo libro. «Il merito – o forse sarebbe meglio dire il vanto – del testo della Tavoni è di aver messo in luce come il piccolo volume di Arturo Martini, non più grande di un breviario a sottolinearne sin dalla sua fisicità l’anelito religioso, non sia un libro asemantico più di quanto qualsiasi testo scritto lo possa essere[…] Questo denso saggio ci restituisce un codice, una norma di decriptazione in grado, se non di svelare definitivamente il segreto del misterioso oggetto, almeno di fugare ogni dubbio su cosa “non sia” e quale debba essere il criterio per approcciarlo» (recensione di Edoardo Luigi Fontana, “Biblioteche oggi”, gennaio/febbraio 2018, p.63)
Ladri di libri (Società bibliografica toscana, 2016 è una documentata plaquette che ripropone la fenomenologia di alcune delle più importanti sottrazione librarie verificatesi nel corso dei secoli e le contingenze in cui tali furti si sono verificati. Sia che la si chiami bibliomania, bibliofilia o libridine, essa resta sempre un reato perseguibile penalmente, come ricorda l’autrice.
Vizi e debolezze dei bibliofili, spesso insospettabili e scoperti casualmente, e alcune delle loro favolose imprese, sovente condotte con particolare abilità e arguzia, sono ricordate con dovizia di particolari che aiutano a capire la personalità di chi ha commesso tali furti, sia che siano avvenuti per ragioni di lucro o per passione irresistibile. La plaquette si presenta in una raffinata veste tipografica ed è stata tirata per la prima edizione del 2016 in 300 copie. Le prime 60 copie contengono un’acquaforte originale di Luciano Ragozzino, firmata dall’artista, che è incisore, stampatore ed editore della casa editrice Il Ragazzo innocuo che ha sede a Milano. Nel 2017 è uscita una seconda edizione sempre corredata da una incisione di Ragozzino.
Maria Gioia Tavoni ha diretto dal 1973 al 1983 la Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza interessandosi in quegli anni prevalentemente di temi archivistici e di storia medioevale; professore associato all’ Università di Pisa, ha insegnato all’ Università di Bologna, dove è stata professore ordinario di Archivistica Bibliografia e Biblioteconomia.
Oltre a numerosi saggi, ha al suo attivo diverse monografie nel settore della storia del libro, fra le quali Dal banco del libraio allo scaffale del giurista (1993) e Precarietà e fortuna nei mestieri del libro in Italia (2001). Con Alberto Beltramo ha scritto e pubblicato il volume I mestieri del libro nella Bologna del settecento (2013).
Ha collaborato con Umberto Eco al Master in editoria cartacea e multimediale della Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna insegnando Storia del libro.
Ha concluso ricerche di storia delle biblioteche, non unicamente italiane, d’età moderna e contemporanea, traghettate alle stampe con il titolo di Percorsi minimi (2006).
Sin dagli anni faentini ha ideato e realizzato importanti mostre volte a far conoscere il patrimonio librario italiano.
Studiosa prevalentemente del secolo dei Lumi ha iniziato diversi anni fa ricerche sugli indici compiendo un profondo excursus storico dal Quattrocento ai primi dell’ Ottocento che si è tradotto in Circumnavigare il testo (2009), dedicato agli indici in età moderna, prossimamente in uscita in Spagna in edizione tradotta.Ha preso parte a qualificati progetti di ricerca internazionali, in particolare francesi e spagnoli.
Il suo sito è consultabile online www.mariagioiatavoni.it
Edoardo Fontana, nato a Milano nel 1969, è una personalità eclettica: all’attività di incisore affianca peraltro quella di appassionato filologo e studioso delle arti grafiche, dalla stessa xilografia, che pratica costantemente, alla tipografia, e ha all’attivo numerosi saggi, pubblicazioni e articoli sull’argomento. Dalla passione per gli esiti più innovativi dell’arte di impaginare e delle molteplici tecniche di stampa sono maturate alcune importanti collaborazioni con vari editori: Michelle Muller a Roma, edizioni Henry Beyl, “Il Muro di Tessa” e con riviste: «Charta», «InPressioni», «ALAI», “La Piê” .
Luciano Ragozzino, nato a Milano nel 1950. Dopo la laurea in Biologia ha conseguito il diploma a Brera, specializzandosi nella tecnica dell’acquerello. Dopo aver frequentato il Corso di arti incisorie, ha collaborato con vari editori d’arte, illustrandone i testi con le sue incisioni, per le quali utilizza principalmente la tecnica dell’acquaforte. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive e diverse pubblicazioni anche di ex libris. Da più di dieci anni pubblica in proprio le edizioni de Il ragazzo innocuo, stampando con torchio a mano sia i testi che le incisioni nel suo laboratorio milanese. Il suo sito consultabile online è www.ilragazzoinnocuo.it