Giancarlo Pontiggia “Stanze della mente invasa”, libro d’arte che contiene sei poesie inedite con una nota di Elisabetta Motta. L’edizione è stata composta e stampata a mano con caratteri Linea su carta Hahnemuhle da Luciano Ragozizno con i torchi dell’ex gelateria di via Guinizelli 14 per i tipi de Il ragazzo innocuo in 55 esemplari numerati e firmati
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Davide Ferrari, Ersilia, Il ragazzo innocuo, 2016
È l’aria la vera protagonista di questo componimento di Davide Ferrari, legato ad un ricordo della sua infanzia e riconducibile al suo apprendistato linguistico e poetico. Se come nel poeta Franco Loi, suo maestro, talvolta anche nei suoi versi essa costituisce la sfasatura fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, fra noi e Dio,
LeggiGiorgio Orelli, Due poesie, Il Ragazzo innocuo, 2015
Libro d’artista a cura di Elisabetta Motta composto da due poesie di Giorgio Orelli e un’ acquaforte / acquatinta di Luciano Ragozzino, stampato tipograficamente a mano con caratteri Garamond su carta Hahnemϋle.
LeggiDonatella Bisutti, Pinocchio nell’isola dei Papua, Il Ragazzo innocuo, 2015
Pinocchio, protagonista del componimento poetico di Donatella Bisutti, in analogia con il romanzo di Collodi, si manifesta in primis come voce che parla, ma in questo caso non per richiedere cibo, lamentarsi o ridere per il solletico, quanto piuttosto per rivendicare la sua libertà contro chi gli impone di essere altro da quello che è, un semplice burattino di legno, di assumere le vesti di un bambino in carne ed ossa e rientrare nella società cosiddetta “normale”.
LeggiGiampiero Neri, Una storia naturale, Il Ragazzo innocuo, 2015
Una storia naturale è una prosa poetica che si muove fra ironia e sarcasmo, affiorata dal fondo della memoria e dell’esperienza lavorativa del poeta e giocata su un piccolo segreto di cui egli vorrebbe metterci a parte, ma che non viene svelato.
LeggiMassimo Morasso, Saturnia pyri, Il Ragazzo innocuo, 2015
La sua poesia, che coniuga terrestre e celeste, opera un tentativo di svelare questi segni che danno corpo all’invisibile, al mistero. Egli, attraverso una procedura ermeneutica che parte dalla centralità della propria individualità, giunge alle successive fasi di descrizione-interpretazione-comprensione del gran testo del mondo.
LeggiGiovanni Colombo, Sguardi da Oria, Il Ragazzo innocuo, 2014
Ora è un paese che segna l’estremo limite ovest della Valsolda, collocato a ridosso del confine con il Canton Ticino. Da lì lo sguardo può abbracciare un paesaggio bellissimo e suggestivo, fatto di luci e riviere, prospettive di monti digradanti repentinamente e a volte più dolcemente sullo specchio del lago sottostante. Un paesaggio ritratto in moltissime stampe d’epoca e assai amato dai viaggiatori in transito per quei luoghi fra XVIII e XIX secolo.
LeggiLuciano Ragozzino, Il Dicco, Il Ragazzo innocuo, 2014
Cosa può accadere quando Fabio Pusterla, poeta attratto dall’arte della calcografia e Luciano Ragozzino, incisore-stampatore che si diverte a giocare con le parole, incontrandosi un giorno a Lugano a una mostra di libri d’arte di un amico editore, si accordano e decidono di “scambiarsi” i ruoli?
LeggiAlberto Nessi, Conversazione con l’angelo, Il Ragazzo innocuo, 2013
Conversazione con l’angelo di Alberto Nessi fa parte di quei libri d’arte la cui copertina da sola “canta”, dicendo già molto del testo. La gazza che vi è riprodotta (incisa con la tecnica della xilografia da Luciano Ragozzino), se da un lato rimanda immediatamente a “la gazza sfrontata che s’imbosca / con un volo ubriaco”, protagonista dell’omonimo componimento poetico, dall’ altro la sua ala pennuta rinvia all’angelo-frontaliere con cui il poeta si intrattiene dialogando.
LeggiDavide Rondoni, Sei un amore perché sei un racconto, Il Ragazzo innocuo, 2013
«Dammi mille baci, poi cento / poi altri mille, poi ancora cento» scriveva Catullo a Lesbia, sperimentando che la misura adeguata per le cose belle della vita, come i baci e l’amore, è la dismisura. L’infinito. Che non sta in nessun conto, che rompe ogni chiusura.
LeggiGiorgio Orelli, La buca delle lettere, Ragni, Lithos, 2012
Nel folto bestiario orelliano popolato di piccioni, lepri invisibili, scoiattoli che si rincorrono, gallinette immobili, una marmotta uscita al primo sole, la martora col suo viso aguzzo, la scolopendra dal roseo ventre, l’anguilla del Reno … fanno ora la loro comparsa due ragni «inquilini abusivi del soffitto di casa» che sostano poco distanti dal lampadario.
LeggiDavide Rondoni, Possiamo soltanto amare, Lithos, 2010
“Gli uomini da sempre – scrive Davide Rondoni – fanno cinque o sei cose: fanno l’amore, fanno la guerra, si rivolgono a Dio, provano a darsi delle leggi. E fanno poesia, per poter relazionarsi con il segreto della vita, per metterlo a fuoco”. Ed ecco svelato il mistero dell’esistenza, sbattuto in faccia con una frontalità così diretta che sconcerta…
LeggiAlberto Nessi, Le Vecie, Lithos, 2009
Uno sguardo colmo di pietas, filtrato da una sottile vena di umorismo, accompagna iv lettore lungo questo splendido racconto in cui, rievocate dal fluire dei ricordi, appaiono le Vecie di Spresiàn con i loro gesti e le loro “facce tragiche o rassegnate o smarrite”, afferrate un attimo prima che scompaiano nel burrone dell’oblio. Tali esistenze minime, solo grazie all’attenta e commossa partecipazione dello scrittore, divengono dei microcosmi carichi di una straordinaria umanità.
LeggiFabio Pusterla, Sulle rive, tra le foglie, sui rami, Lithos, 2008
Freddo, ghiaccio, valanghe, antri anneriti conducono il lettore nel rigore e nella desolazione dell’inverno. In questa scenografia apocalittica, che fa da sfondo a Stelle d’aquilegia, lo sguardo, risalendo dal buio dell’ombra, è catturato dalla nota cromatica dell’ “azzurro dei petali”e dal “ventre azzurro delle rondini” che, erompendo con forza e vitalità nel grigiore dell’inverno, acquistano una forte valenza simbolica positiva, fungendo da poli di orientamento.
LeggiErri De Luca, Un Esordio, Lithos, 2008
Da un grumo di memoria, prezioso come uno scrigno, nasce Un Esordio, un bellissimo racconto autobiografico sul potere libertario e sovversivo della scrittura. Con una prosa nitida e scarna, sempre al confine con la poesia, Erri De Luca è riuscito a comunicarci la grande emozione che ha vissuto da studente, sui banchi di scuola, nello sperimentare che“la scrittura era campo aperto, via di fuga”.
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