Nell’ambito della rassegna Mirabello Cultura 2016, La Casa della Poesia di Monza invita a
Lectio Magistralis
con il giornalista e scrittore
PAOLO DI STEFANO
sul tema Migrazioni di ieri e di oggi
5 dicembre ore 10.30
Presso la Sala Conferenza Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza
via Petrarca 10 – Monza
Guarda le foto dell’evento:
Libri di riferimento:
I pesci devono nuotare (Rizzoli 2016)
La catastròfa (Sellerio 2016)
Intervengono
Laura Cesana Rapporti Istituzionali Cultura d’Impresa Assolombarda Monza e Brianza
Antonetta Carrabs Presidente de La Casa della Poesia di Monza
Elisabetta Motta critica letteraria e Vice Presidente de La Casa della Poesia di Monza
Partecipano gli studenti liceali del Fausto Melotti di Cantù e del Liceo Zucchi di Monza
Purtroppo troppo spesso ci dimentichiamo del nostro passato e che i fenomeni migratori sono sempre esistiti. Il libro di Paolo Di Stefano I pesci devono nuotare (Rizzoli, 2016), dedicato al tema dell’immigrazione clandestina in Italia, e La Catastròfa (Sellerio2011), che affronta la tragedia di Marcinelle (8 agosto 1956), in cui persero la vita 136 minatori immigrati italiani, ci aiutano a non dimenticare il nostro passato che è stato di sfruttamento e di emigrazione e a creare un corto circuito che ci permette di considerare il fenomeno delle migrazioni odierne con occhi diversi. Al tema dell’emigrazione si aggiungono altre problematiche: lo sfruttamento, la precarietà, il razzismo problemi antichi che gettano la loro ombra sull’oggi e necessitano di una attenta discussione.
Elisabetta Motta
Paolo Di Stefano
La catastròfa. Marcinelle 8 agosto 1956 (Sellerio, 2011)
«Ma alla fine abbiamo mandato giù papà al cimitero, mentre noi abbiamo rimasto qui in Belgio e non ce l’ho mai domandato alla mamma, che ora ha novantasei anni, perché ha voluto prendere questa decisione di non muoversi più dal Belgio». Il messaggio più scomodo che viene, in queste pagine, dalle parole dei superstiti è che essi furono e si sentirono orfani non solo della miniera ma, una seconda volta, orfani della patria. Marcinelle, Belgio, 8 agosto 1956, la Catastròfa (nell’espressione metà dialetto metà francese) è l’incendio scoppiato a 975 metri sottoterra in una miniera del distretto carbonifero di Charleroi. 262 morti, 136 immigrati italiani, caduti per un banale accidente ma uccisi soprattutto dall’imprevidenza premeditata, dalla mancanza di misure protettive e dalla disorganizzazione. Al di fuori delle celebrazioni rituali, la tragedia di Marcinelle è caduta in un colpevole oblio: questo libro la racconta come non è stata mai raccontata, riportando alla memoria l’epica spesso dolorosa della nostra emigrazione. È un romanzo-verità, a mezzo secolo di distanza, che non usa altre parole se non quelle ricche di fervore delle vittime – vecchi minatori superstiti, amici, familiari, soprattutto i bambini di allora – e quelle avare dei documenti ufficiali di raggelante insensibilità.[…] Questo libro induce a riflettere su diverse parole-chiave, quali: lavoro, dignità, sicurezza, emigrazione, patria, giusta remunerazione. Parole incerte e bisognose, oggi come allora, di chiarezza. (estratto dal risvolto di copertina)
Paolo Di Stefano I Pesci devono nuotare, Rizzoli, 2016
I pesci devono nuotare è un romanzo di formazione che racconta la storia di Selim, un giovane egiziano che vive in un paesino a nord est del Cairo, un ragazzo sognatore e pieno di desideri per il suo futuro. Per questo inevitabilmente si scontra con il padre, che gli ha insegnato il rigore e il senso del sacrificio, negandogli i desideri, ricordandogli sempre «Devi allungare i piedi fino a dove c’è la coperta». Ma Selim è tenace e non si accontenta e così , con l’incoscienza e la forze dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto della Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l’ Italia. Dopo un viaggio pericoloso raggiunge la Sicilia, insieme a centinaia di migranti in cerca di sogni. Il suo è il più grande e ambizioso: vuole un riscatto dell’infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l‘italiano meglio degli altri e costruirsi un futuro. Dalla Sicilia poi giunge a Milano, fuggendo dal campo profughi e svolgendo vari lavori, dall’imbianchino, al netturbino, al lavapiatti, al portiere in un albergo. È un libro a più voci: accanto a lui ci sono anche Marlene, Raymon, Tawfick meno sognatori di lui e meno capaci di adattarsi e farsi strada nella vita italiana. È un personaggio in cui tutti gli adolescenti si possono identificare: rispecchia il giovane sognatore che vuole costruirsi una vita migliore e per questo si scontra con il padre; capisce che se vuole ottenere qualcosa deve darsi da fare e guadagnarsela: vive in condizioni di sfruttamento lavorativo e soprattutto ha imparato un principio universale: «I pesci devono nuotare».
Paolo Di Stefano
Nato ad Avola è cresciuto a Lugano, in Svizzera. Si è laureato in Filologia romanza con Cesare Segre a Pavia. Dopo una breve esperienza di ricerca universitaria, ha lavorato come giornalista al Corriere del Ticino e alla Repubblica, è stato responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera, di cui è ora inviato speciale. È stato editor presso la casa editrice Einaudi. Ha insegnato Cultura giornalistica alla facoltà di lettere dell’Università degli Studi di Milano. Ha scritto saggi filologici e critico-letterari, ha curato volumi miscellanei. È autore di racconti, reportage, inchieste, poesie e romanzi, alcuni dei quali tradotti in francese e tedesco. Nelle sue opere affronta temi come: la memoria e l’oblio, l’infanzia violata e la difficoltà di crescere, la famiglia e i rapporti generazionali, l’emigrazione, lo spaesamento, i rapporti Nord-Sud. Tra le più note ricordiamo Baci da non ripetere (1994, Premio Comisso), Tutti contenti (2003, Superpremio Vittorini e Flaiano), Nel cuore che ti cerca (2008, Premio Campiello e Brancati), La catastròfa (2011, PremioVolponi) ; Giallo d’Avola (20013, Premio Viareggio-Rèpaci); Ogni altra vita (2015. Premio Bagutta), I pesci devono nuotare, 2016.