
Testo interpretativo 
Una storia naturale è una prosa poetica che si muove fra ironia e sarcasmo, affiorata dal fondo della memoria e dell’esperienza lavorativa del poeta e giocata su un piccolo segreto di cui egli vorrebbe metterci a parte, ma che non viene svelato.
Si tratta di un singolo atto di una più ampia rappresentazione scenica che, come hanno fatto notare Maurizio Cucchi e Victoria Surliuga in riferimento a Teatro naturale, comprende in un’identica dimensione teatrale la vita della natura, degli uomini, degli animali.(1) Protagonista di questa gustosa scenetta sono il poeta stesso e una collega, un’ impiegata carrierista che pur essendo l’ultima assunta ha in breve raggiunto il posto più ambito di segretaria del direttore, svolgendo un ruolo destabilizzante all’interno dell’ufficio. Possiamo ben immaginare come ciò abbia suscitato litigi e gelosie, scatenando una piccola guerra fra colleghi. Dopo averla punzecchiata, dicendole di aver scoperto il perché la zanzara fa zzzzzz … il poeta, con la consueta reticenza che lo caratterizza, demanda la risposta ad «altra volta lasciando che il quesito resti insoluto. «La verità non va spiattellata sulla bocca di tutti. La verità è preziosa» – dichiara Giampiero Neri.(2) E del resto questa donna, che ha tutta l’aria di essere una vera «carogna», non merita certo di esser messa a conoscenza di alcuna verità, se pur piccola. Tuttavia, per non lasciare smarrito il lettore di fronte alla enigmaticità se pur luminosa del testo, egli pone in esergo la citazione leopardiana sulla natura che «a comun danno impera», offrendo in questo modo la chiave di lettura del componimento. Secondo Leopardi, che alla natura ha ben saputo guardare, in essa, di contro al disegno positivo della creazione c’è una forza autodistruttiva che spinge a farsi del male. In relazione all’uomo gli esempi potrebbero essere numerosi, dall’impiego di ordigni di morte e distruzione sempre più sofisticati all’uso di droghe … Riguardo alla zanzara, osserva Giampiero Neri che «nel rapporto con l’uomo dovrebbe essere silenziosa. Invece fa zzzzzz … e quindi viene scoperta e uccisa. Non sempre è così ma il rischio di essere scoperta ed uccisa esiste sempre. Il suono delle sue ali va contro gli interessi della zanzara. Si potrà dire che le zanzare sono milioni, ma anche noi siamo milioni …».(3) Il tono distaccato da naturalista classico con cui Giampiero Neri ci fornisce la risposta non basta a tranquillizzarci. Non chiudendo il discorso entro la perfezione di un teorema, egli lo rilancia in direzione di un mistero ancor più grande, che è quello della necessità del male. Muovendosi entro questo nero grumo di verità etica in cui i due opposti di bene e male convivono come due facce di una stessa medaglia, la sua poesia continua ad interrogarci senza fornirci risposte certe, aprendosi ad un enigma forse insondabile, a un aspetto del mistero fra i più oscuri.
1 In GIAMPIERO NERI, Poesie (1960-2005) Mondadori, Milano, 2007 si vedano l’introduzione di Maurizio Cucchi, p. X e la Nota bibliografica a cura di Victoria Surliuga, XIV.
2 Giampiero Neri un maestro in ombra, libro-intervista a cura di Alessandro Rivali, Jaca Book, Milano, 2013, p. 118
3 L’oscurità del mistero, intervista inedita a Giampiero Neri a cura di Elisabetta Motta realizzata nel luglio 2014.