La luce che ci abita intorno è una edizione d’arte che si compone di quattro testi inediti di Corrado Bagnoli, una xilografia originale di Luciano Ragozzino e una nota critica di Elisabetta Motta. È stata composta con caratteri Garamond e stampata a mano su carta Magnani 310 gr. con i torchi dell’Ex gelateria di via Guinizzelli 14 per i tipi de Il ragazzo innocuo, in 44 esemplari numerati, a Milano, nel dicembre 2019.
Nota critica di Elisabetta Motta
Vento, luce, acqua, notte, cielo, aria, colline, case, luna, terra, pianta … sono alcune delle parole chiave legate al paesaggio, elemento attraverso il quale Corrado Bagnoli mette in atto un processo conoscitivo di disvelamento del reale. Egli sa che le cose non sono mai solo ciò che appaiono e il mondo nel suo disegnarsi è anche altro: «un silenzio che canta, / un bene che ride, un’acqua fiera / di andare, una pianta che aspetta, / che vuole, che sa, come una mano, / tenere e far crescere l’aria e le cose.» Pertanto, per poter cogliere il moto ondoso e fluttuante del reale non può usare categorie spazio-temporali rigide e deve ricercare una parola che non si limiti a registrarne la fuggevolezza; deve, piuttosto, tessere dei fili, stabilire dei punti di contatto fra tutto «ciò che per l’universo si squaderna» e che invece è riconducibile ad una unità. Per questo muta le prospettive, avvicina gli elementi del paesaggio fino ad annullare le distanze («Adesso quasi il lago / e le case si baciano»), crea dei cortocircuiti fra la terra e il cielo («il cielo dal molo dà l’idea / di copiare le colline» e «dentro l’acqua, / le luci della strada disegnano / figure, altre costellazioni.») Ma è nell’ultimo testo della silloge che il poeta giunge alla visione, spettatore stupefatto dinanzi al grandioso spettacolo dell’eclisse lunare, che viene a coincidere con quell’attimo di rivelazione in cui le cose, proprio mentre volgono al termine, sembrano sul punto di tradire il loro segreto. Il tutto è riconducibile entro un’ottica religiosa in cui ogni cosa è illuminata da una luce buona che simboleggia una verità prima, assoluta, che sostiene e lenisce le nostre ferite e gli inganni del tempo.